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Unglücklich verliebt, la mia prima ff! siate clementi...

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Giulia_Halbig
icon1  view post Posted on 20/9/2009, 21:14




posto il primo capitolo della mia prima ff. lo ammetto, è parecchio banale, ma ormai di storie ne ho scritte così tante che le idee cominciano a scarseggiare! spero vi piaccia, in goni caso sarei molto contenta se mi lasciaste un commento! XD buona lettura!


CAPITOLO 1



Dannata sveglia. Dannata scuola. Ma perché non cominciava alle 10 del mattino? Così non sarei mai più stata costretta ad alzarmi alle 6 e 30 per prepararmi. Ero terribilmente lenta e badavo ad ogni minimo dettaglio quando si trattava di mettere il becco fuori di casa, indipendentemente dall’occasione. E pensare che l’edificio di mattoni grigio arricchito da finestroni sporchi e contornato dall’orrenda ringhiera scrostata in cui passavo ogni santo giorno della mia vita era ad appena un isolato da casa mia.
-Buongiorno, Dillingen.- borbottai affacciandomi alla finestra della mia stanza; com’era prevedibile il cielo era coperto da minacciosi nuvolosi grigi e la brina ricopriva i fiori nel piccolo giardinetto della mia villetta. Mia madre teneva di più a quel fazzoletto di terra umida che a me. Ma forse perché adoravo fare la figlia ribelle, anche se spesso era una tattica che adottavo esclusivamente per contraddirla. Indossai le prime cose che trovai nell’armadio, fortuna volle che l’abbinamento fosse più o meno decente, mi pettinai con estrema cura e mi truccai un pochino.
Vi farò una confessione: non me ne frega un accidente delle sedute quotidiane di trucco e parrucco, andrei volentieri a scuola in pigiama e con i capelli sparati in ogni direzione. Solo che mi piace un ragazzo, ebbene sì. L’unico problema è che lui non è uno di quei tipi anonimi, che ne vedi in giro uno e li hai già visti tutti. LUI E’ JOHANNES HALBIG. Cioè il tipo più richiesto dalle ragazze del mio liceo, non solo perché canta in un gruppo piuttosto famoso nel mio Paese, ma anche perché è spiritoso, gentile e bello da mozzare il fiato. Ha qualcosa che gli altri si possono sognare, non saprei nemmeno spiegare cosa sia. Fatto sta che io, Julia Gutermann, mi ero presa una colossale cotta per lui, una di quelle sbandate che ti portano a pensare solo ed esclusivamente a lui 24 ore no stop, che ti fanno passare l’appetito (quella scema di mia madre pensa che sia malata di bulimia), che ti fanno venire le gambe di gelatina quando lo vedi camminare col suo passo sicuro e sensuale nei corridoi della scuola. Ora, c’è un piccolo problema: LUI NON SA NEMMENO CHE ESISTO! Non mi degna di uno sguardo, sono più che certa che se mi presentassi a scuola nuda attirerei l’attenzione di tutti, ma non la sua. La mia migliore amica Paulina mi ripete fino allo sfinimento che devo farmi amico suo fratello minore, Fabian (il batterista del suo gruppo), di modo che lui mi possa presentare l’amore della mia vita in un secondo momento. Facile, eh? Peccato che io e Fabian non andiamo poi così tanto d’accordo. E’ una persona molto timida e schiva, siamo nella stessa classe al liceo da tre anni ma ci saremo rivolti la parola sì e no due volte. Io sono un terremoto umano, parlo di continuo, rido, corro, scherzo con chiunque. Se lo avessi come amico mi annoierei troppo, non ce lo vedo particolarmente come complice dei miei scherzetti idioti alle ragazze snob e con la puzza sotto al naso della mia classe.
In ogni caso, tornando a noi… uscii di casa infagottata nel mio giubbotto e con la sciarpa di lana che lasciava intravedere solo gli occhi, ridotti a due fessure a causa del freddo pungente di quel mattino di metà novembre. Il cortile del liceo St.Bonaventura era già colmo di studenti, ma decisi di varcare prima la soglia senza aspettare il suono della campana, ancora un altro secondo immersa in quel gelo che attanagliava le ossa e sarei finita ibernata. Come facevano gli altri a restarsene lì impalati al freddo? Stavo percorrendo il lunghissimo corridoio in fondo al quale si trovava l’orrenda stanza dalle pareti color verde vomito in cui sarei stata costretta a passare altre 5 ore infernali, quando un tonfo e un’imprecazione mi fecero bloccare di colpo.
-Macchinetta di merda, dammi i miei soldi!- non mi ero assolutamente accorta del ragazzo che stava abbarbicato alla macchinetta delle bibite, lanciando improperi contro tutto e tutti. Non riuscivo a vederlo in faccia, aveva una guancia appoggiata all’aggeggio spillasoldi e la massima visuale di sé che mi offriva era la sua nuca.
-Qualche problema?- domandai avvicinandomi cauta. Non volevo che se la prendesse anche con la sottoscritta!
-Sì, non mi dà da bere! Come faccio a farmi ridare i soldi o a far scendere la lattina? Lo sai?- si voltò, continuando a dare pungi all’impazzata sulla superficie del macchinario. Mi trovai di fronte uno dei fratelli Halbig, quello sbagliato però. Era paonazzo e si mordeva il sottile labbro inferiore.
-Basta un colpo ben assestato.- diedi una gomitata nel bel mezzo della macchinetta e magicamente la lattina di Coca Cola rotolò nella fessura.
-Un giorno dovrai proprio insegnarmi! Grazie!- si scolò la lattina in un sorso mentre io lo guardavo con curiosità. Non mi ero mai accorta quanto mi ricordasse suo fratello. Era solo più magro, il naso era leggermente più grosso e a patata e il mento un pochino più pronunciato. Ma i lisci e lucidi capelli castani erano molto simili, per non parlare degli occhi grandi di una calda sfumatura nocciola chiaro. Molte ragazze dicevano di lui che era uno schianto, ma io non avevo mai condiviso il loro parere, lo avevo sempre visto come un tipo un po’ buffo e ancora molto bambino, soltanto negli ultimi mesi si era fatto più adulto, per non parlare del fatto che era cresciuto di circa 20 centimetri in 3 mesi, ma la sua mimica facciale ricordava quella di un ragazzino di 10 anni.
-Qualcosa non va?- mi domandò imbarazzatissimo. Doveva essersi accorto che lo stavo osservando!
-No, tutto ok. Io vado in classe.- presi posto al mio banco in ultimissima fila e lui mi seguì a ruota, posizionandosi come al solito davanti alla cattedra, d’altronde che si può pretendere da un secchione? Non sapevo come facesse, era super impegnato con la band, ma anche quando era in tour lui studiava per stare al passo con il nostro programma e puntualmente quando era il momento di fare una verifica lui non mancava mai all’appello. E i suoi voti erano sempre ottimi. Il filo dei miei pensieri venne interrotto dal resto dei miei compagni che faceva il suo ingresso in classe e Paulina, come sempre, si sedette al mio fianco, nel banco addossato al muro.
-Buongiorno, donzella! Che mi racconta oggi di bello?- mi chiese stringendomi in un abbraccio spezza-ossa.
-Il solito, madame. Stamattina ti sei persa la scena di Halbig che cercava di distruggere la macchinetta delle bibite!-
-Avete parlato un pochino? Sai che ti dico sempre, o no?-
-Mi snobba come se fossi un’appestata. E’ impossibile cercare di intavolare una conversazione.-
-Sai che con le ragazze non ci sa fare, soprattutto con quelle troppo spigliate e aggressive come te.-
-Bah, io non so cosa fare. Jo non mi considera proprio. Non è che sono troppo piccola per lui?-
-Nah, non credo. Stava con Sarah che ha appena compiuto 15 anni. Certo, devi anche considerare che lei è una poco di buono, per non cadere nella volgarità.-
-Il problema è che io ne ho 17 da poco e ne dimostro 14. Che palle, perché sembro una nana?- la nostra conversazione venne interrotta dall’ingresso del professore di matematica in classe, ma come al solito io non avevo la minima intenzione di applicarmi in quella materia così noiosa. Perciò tirai fuori un foglio, scrissi un messaggio a Paulina e passammo le due ore successive perse nella nostra conversazione muta. Allo squillo della campanella che dava inizio all’intervallo ci lanciammo fuori dall’aula, alla ricerca del mio principe azzurro. Passavo i 10 minuti della ricreazione a fissarlo in disparte, appoggiata al muro, mentre lui era contornato dalle sue compagne di classe che ci provavano in maniera spudorata. Quel giorno poi era stupendo più che mai con quei jeans neri e stretti che gli disegnavano i muscoli della gambe e con quella felpa rossa con il cappuccio che puntualmente gli copriva la testa lasciando solo intravedere la frangia liscia che gli copriva l’occhio sinistro.
-Non ci sono parole per descriverlo… è così… così… non sai che voglia di stuprarlo. Ora vado lì e gli dico: “Jo, hai voglia di essere violentato?”- non ricevetti risposta, soltanto una potentissima gomitata nello sterno. Mi voltai di scatto, pronta a dirne quattro alla mia amica. Ma non riuscii a proferir parola. La visione che mi si parò davanti mi agghiacciò alquanto.
 
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lunny moon
view post Posted on 30/9/2009, 13:51




eeeeehi!!! ecco il tuo primo commento:
continuaaa!!!!!!!! :D
 
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Giulia_Halbig
view post Posted on 30/9/2009, 16:38




grazieeeeeee! XD sei l'unica che ha commentato però... sniff... XD vorrà dire che andrò avanti per te! XD
 
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ely--afh
view post Posted on 30/9/2009, 19:20




ance per me sei grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
 
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Giulia_Halbig
view post Posted on 30/9/2009, 20:05




grazie donneeeeeeeeee! domani posto! XD poi mi direte se il capitolo nuovo vi piace! XD
 
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lunny moon
view post Posted on 2/10/2009, 19:31




uuuh che onore (iniziale xD)!!!! bene bene non vedo l'ora!! ;)
 
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Giulia_Halbig
view post Posted on 2/10/2009, 19:58




CITAZIONE (lunny moon @ 2/10/2009, 20:31)
uuuh che onore (iniziale xD)!!!! bene bene non vedo l'ora!! ;)

il mio cervellino sta producendo la fine del capitolo! XD
 
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^^Sn°wWhiTeIsY ^^
view post Posted on 9/10/2009, 20:51




carina... me gusta... =)
continuaaaaaa......
 
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Giulia_Halbig
view post Posted on 14/10/2009, 20:33




rieccomi col capitolo 2! ci ho messi secoli a scrivere una fine decente... ero a corto di ispirazione! lasciatemi un commento, ok? un bacio! XD

Capitolo 2




No! Era un dannatissimo incubo, vero? Davanti a me si stagliava la figura di FABIAN HALBIG. Che mi fissava scandalizzato e incredulo. Doveva avere sentito tutto.
-Che ci fai tu qui?- sbraitai mentre il sangue saliva al cervello ribollendo.
-Io… ecco, beh… stavo restituendo un videogioco a Paulina, cioè è di suo fratello…- mormorò rivolgendosi al pavimento, mentre le guance si tingevano di un deciso color mattone.
-NON ME NE FREGA NIENTE! STRONZO! ORA SAI DELLE COSE CHE NON DOVEVI SAPERE!- e poi feci una cosa assolutamente nuova e inaspettata per me. Non lo picchiai lì nell’atrio, non seguitai a dargli contro, SCOPPAI IN UN PIANTO DISPERATO, alternando singhiozzi a versi da asmatica cronica. Paulina, prima che qualcuno potesse vedermi ridotta in quello stato, mi trascinò nella prima aula inutilizzata che trovò. Avevo gli occhi del tutto offuscati, continuavo a grugnire senza ritegno e di sicuro ero color peperone.
-Julia! Calmati!-
-Ma come si fa? Quello sa tutto, ti rendi conto? E’ suo fratello! Merda!- calciai via una sedia e mi sedetti su un banco polveroso.
-Sai bene che non dirà nulla. Fabian è un bravo ragazzo. Non sputtana la gente.-
-Lo so, non è solo per quello, questa è stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso. La situazione sta diventando insostenibile. Sto perdendo un sacco di tempo inutile dietro a un ragazzo che non mi calcola proprio. Perché?-
-Ma tu non fai niente per farti notare! Te ne stai nel tuo angolino a fargli complimenti a bassa voce! Agisci, Julia!-
-Ma so già che non gli piacerei mai! Perché sono una tappa con i fianconi!- il suono della campanella ci riportò nella nostra classe e al mio ingresso i lacrimoni facevano ancora capolino. Fabian mi fissò con uno sguardo pieno di compassione, ma non ci badai. Mi sedetti sbuffando e ripresi a scrivere sui banchi, per non farmi scoprire a parlare, la mia conversazione con Paulina. Fino a quando dai compagni davanti non mi arrivò un bigliettino spiegazzato con una scrittura infantile.

Ops, ho fatto un casino. Non volevo farti piangere, mi sento una merda, davvero. So che non sono nessuno per dovertelo dire, ma faresti meglio a scordarti di mo fratello. E’ uno stronzo.
Fabi


Decisi di rispondergli, dopotutto era stato carino a scusarsi. Anche se il fatto che si sentisse una merda mi pareva alquanto eccessivo.

No, colpa mia che non chiudo mai la boccaccia. Scusa se ti ho aggredito così, tu sei totalmente fuori da questa storia. Dimenticati ciò che hai sentito oggi, sarà meglio per tutti. Comunque non riuscirei mai a scordarmi di tuo fratello, sono troppo pazza di lui.
Julia


Non ricambiò con un nuovo messaggio, si limitò a voltarsi verso di me facendo spallucce. Poco male. Aveva afferrato il concetto al volo! Le restanti due ore di lezione le passai a scarabocchiare frasi senza senso sul banco della mia amica e al suono della campanella mi congedai subito da lei, spiegandole che con ogni probabilità ci saremmo viste la sera dopo. Anche perché i miei venerdì pomeriggio erano sacri, non dovevo sprecarne nemmeno un minuto. Nessuno poteva disturbarmi mentre sgranocchiavo patatine a più non posso guardando la tv a tutto volume. Quindi mi precipitai all’ingresso dove cozzai rumorosamente contro qualcuno facendolo volare a terra, non badando neppure a chi fosse.
-Ehi, ragazzina! Stai attenta a dove vai.-
-Scusa! Non ho mica fatto apposta!- non era proprio giornata e aggredii immediatamente chi mi stava davanti. Errore madornale. Era Jo. Perché tutte a me?
-Guarda, mi hai fatto cadere tutti i libri… almeno aiutami a raccoglierli!- al suo ordine mi chinai provando un misto tra il timore e l’ansia, mentre le mani lasciavano andare un quantitativo di sudore troppo, troppo elevato.
-Ecco fatto, ci sono tutti. Beh, scusami ancora, ciao!- sgattaiolai via più in fretta che potevo non sapendo quanto avrei potuto resistere ancora standogli a quella distanza ravvicinata, con un sorriso che occupava tutta la faccia e gli occhi raggianti. MI AVEVA PARLATO! QUINDI NON ERO INVISIBILE! E forse avevo una piccolissima possibilità di farcela! Trotterellai dritta fino a casa mia, canticchiando tutto il tempo, mentre mi rendevo conto che il mondo era davvero un posto fantastico. Non soffrivo nemmeno più il freddo! Appena varcata la soglia della villetta in cui vivevo mi accoccolai sul divano, guardai uno stupidissimo reality per una mezz’oretta e poi decisi di chattare un pochino, dovevo raccontare del mio incontro ravvicinato con Jo a Paulina.

xJuliaCrazygirlxX scrive:

NON SAI CHE COSA MI E’ SUCCESSO OGGI!

*_Paulina92thebest_* scrive:

Ehi, racconta tutto! Sai come sono curiosa! XD

xJuliaCrazygirlxX scrive:

Oggi ho sbattuto contro Jo nell’atrio! E mi ha parlato!

*_Paulina92thebest_* scrive:

OMMIODDIO! Che ti ha detto?

xJuliaCrazygirlxX scrive:

Niente di particolarmente eccitante. Gli ho fatto cadere i libri e lui mi ha obbligato ad aiutarlo a raccoglierli. Ma è comunque un passo avanti! :)

*_Paulina92thebest_* scrive:

Già! Sono contenta per te! Ah, prima che mi dimentichi di dirtelo, domani sera alle 8 c’è una festa assurda a casa di quel gran figo di Mäx Schlichter. TUTTI INVITATI!

xJuliaCrazygirlxX scrive:

Beh, allora a domani sera! Passo da te verso le 7:45, così andiamo là insieme! Un bacio! Tvb! <3

Era ancora inconsapevole di ciò che sarebbe successo a quella dannatissima festa.
 
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^^Sn°wWhiTeIsY ^^
view post Posted on 16/10/2009, 14:33




uu....nn vedo l'ora ke continui... brava brava...
*me curiosa* continua presto
 
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•Helena•
view post Posted on 16/10/2009, 15:23




bella!!!!brava continua!!^^
 
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lunny moon
view post Posted on 16/10/2009, 16:58




ahah!! voglio il continuo!!! :P
 
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Giulia_Halbig
view post Posted on 2/11/2009, 19:50




finalmente ho trovato il tempo di scrivere e postare il capitolo 3! XD spero vi piaccia! XD

CAPITOLO 3




Erano già le otto e un quarto passate ed io ero ancora nel bel mezzo dei preparativi. Il punto era che non riuscivo proprio a trovare qualcosa che mi stesse bene e che mi facesse sembrare molto più bella di quello che in realtà ero. Alcuni vestiti mi erano troppo stretti, altri troppo larghi, alcuni mi facevano i fianconi e altri ancora le gambe corte. E chissà come mai stavo tanto a scervellarmi per trovare un abito che mi stesse perfettamente... beh, ma per far colpo su Jo, mi pare ovvio. Alla fine optai per il mio vestito preferito, uno nero corto con le spalline sottili e pieno di paiettes, lasciando ammonticchiato sul pavimento tutto il contenuto del mio armadio. Poco male, avrebbe messo a posto mia madre! Mi infilai le scarpe col tacco (cosa che capita alquanto raramente) e mi fiondai verso casa di Paulina, imbastendo una scusa valida per il mio imperdonabile ritardo, ma fortunatamente non ce ne fu bisogno: si presentò alla porta ancora munita di bigodini alla testa, nonostante sapevamo benissimo entrambe che cercare di arricciare i suoi sottilissimi e liscissimi capelli biondo scuro fosse un impresa disperata. L’aiutai a dare gli ultimi ritocchi all’acconciatura e poi filammo dritte verso casa di Mäx Schlichter, una villetta minuscola vicina alla nostra scuola.
-Secondo te c’è anche lui?- chiesi a Paulina mentre facevamo il nostro ingresso nell’abitazione già strapiena di ragazzi, alcuni parecchio ubriachi.
-Credo di sì, cioè sono molto amici. Suonano anche insieme!-
Ci addentrammo nella folla, cercando facce a noi conosciute. Niente di niente, solo ragazzi di altre classi che conoscevamo di vista e con cui non avevamo mai parlato in vita nostra. Tutto si prospettava una palla atomica, non avevo neanche intravisto Jo.
-Ehi! C’è Fabi!- Paulina mi trascinò da Fabian Halbig, unico volto a noi noto. Se ne stava seduto in un angolo a sorseggiare qualcosa da un bicchiere e sembrava sull’orlo di una crisi di depressione.
-Ciao Fabi come va?- gli domandò Paulina sedendosi su una sedia accanto a lui e abbracciandolo. Da quando in qua erano così amici?
-Ciao ragazze, tutto bene? Io così così...-mi lanciò un’occhiata afflitta e ricominciò a centellinare il contenuto del suo bicchiere.
-Cosa bevi?- chiesi curiosa.
-Vodka. Ne vuoi anche tu?-
-Sì, magari!- afferrai il suo bicchiere e buttai giù tutto d’un colpo. Parevo un’alcolizzata.
-Wow! Ne voglio ancora! Chi mi accompagna?- non mi ero neanche resa conto che Paulina non era più con noi, in quanto stava confabulando allegramente con Mäx, e io nemmeno sapevo che si conoscessero!
-Mi pare ovvio dato che ci sono solo io.- Fabian si alzò, dirigendosi verso il tavolo zeppo di bottiglie di alcolici. Prese due bicchieri e li riempì fino all’orlo di una strana bevanda azzurrina. Non sapevo nemmeno cosa fosse, ma buttai giù il contenuto in un unico sorso, bruciandomi la gola.
-Perché hai sta faccia da cane abbandonato sull’autostrada?- domandai incuriosita dalla sua espressione da condannato a morte.
-Niente di importante. Ah, se cerchi mio fratello... non c’è. Perché arriva dopo.-
-No problem! Vorrà dire che lo aspetterò! Ma per ora voglio solo divertirmi!- mi vuotai un altro bicchiere di vodka e lo ingollai come fosse acqua.
Trascorsi l’ora seguente tracannando superalcolici e cocktail vari sotto lo sguardo attonito di Fabian e ballando come una pazza scatenata nel bel mezzo del salotto, mentre tutti mi additavano divertiti. Mi bloccai giusto in tempo per accorgermi che la testa girava più del dovuto. Mi diressi verso Fabian, accasciandomi tra le sue braccia.
-Non penso di... sentirmi... bene.-
-Julia! Hai bevuto troppo! Dai, vieni in bagno... ti schizzo un po’ la fronte con l’acqua fredda, così ti passa.- barcollai come una stupida mentre lui mi teneva per un braccio e appena iniziò a bagnarmi con acqua gelida le tempie gli tirai un ceffone.
-Oddio, scusami! Non ho saputo resistere!- esclamai scoppiando a ridere senza ritegno, mentre lui si massaggiava lo zigomo dolorante. Ero ovviamente fuori di senno.
Decise di riportarmi in salotto, facendomi sedere sul divano, mentre il mondo intorno a me girava all’impazzata. Si mise di fianco a me, alzandosi poco dopo per salutare qualcuno.
-Ciao, Jo. Finalmente sei arrivato.- sentivo la voce di Fabian lontana anni luce ma capii subito con chi stava parlando. ERA LUI! Si risedettero entrambi di fianco a me sul divano, discutendo animatamente su qualcosa. E poi… mi sentii strana, come se qualcosa stesse premendo con forza alla bocca dello stomaco.
-Fabian, sto mal...-troppo tardi. Vomitai anima e corpo addosso a lui e a suo fratello.
Rimasero impassibili per il primo nanosecondo, poi si alzarono di scatto urlando disgustati.
-Ragazzina imbecille! Ora me la paghi tu la camicia nuova, eh? TI UCCIDEREI SE SOLO POTESSI!- Jo mi urlò contro con una cattiveria senza precedenti, afferrandomi il vestito e strappandomelo all’altezza del reggiseno, mettendo tutto in bella mostra. Una figura di merda dietro l’altra, ma questa le batteva tutte. Era la situazione più imbarazzante e degradante della mia vita. Tutto si bloccò improvvisamente: la musica, il vociare della gente. Appena sentii le risate di scherno nei miei confronti mi precipitai fuori dalla porta piangendo come una disperata, sbattendo e inciampando ovunque e accasciandomi in giardino. Poi il buio totale e un vuoto di una notte intera. Mi risvegliai a casa mia, in pigiama e sdraiata nel mio letto. La testa pulsava come un martello pneumatico ed ero tutta indolenzita. Mi sollevai con estrema fatica, guardandomi allo specchio e cacciando un urlo: avevo il trucco nero totalmente colato e i capelli crespi e sparati in ogni direzione, avrei potuto far concorrenza al cantante dei Tokio Hotel.
“Cos’hai combinato per ridurti così?” mi sedetti sul letto, cercando di ricordare qualcosa.
Uhm... bicchieri e bicchieri di vodka, il ceffone a Fabian, Jo e... ODDIO. IL VOMITO E IL VESTITO! Mi accasciai sulle coperte, notando un bigliettino vicino al cuscino. Di sicuro era Paulina che mi aveva riportata a casa e mi voleva far sapere che le dispiaceva per il casino che era successo.

Ciao Julia. Ti ho accompagnata a casa io ieri sera... eri ridotta in uno stato pietoso, eri tanto ubriaca che ti ho dovuta portare in braccio per tutto il tragitto! Il pigiama te l’ho messo io, ma non pensare male perché ti ho spogliata! Non ti ho fatto niente di niente e non ho dato sbirciatine! XD
Mi dispiace troppo per ieri sera, davvero. Mio fratello è il solito stronzo....
P.S. non ho tolto il trucco colato, quando ti vedi allo specchio non spaventarti, ma piangevi così tanto anche quando dormivi che più cercavo ti pulirti la faccia peggio era!



Non era firmato ma sapevo perfettamente di chi fosse il biglietto, poveraccio però. Prima gli tiro un ceffone allucinante, poi gli vomito addosso. E lui è tanto gentile da riportarmi a casa in braccio e da mettermi il pigiama. Dovevo andare a ringraziarlo. Era il minimo. Mi lavai con cura e mi pettinai bene, cercando di domare la mia criniera selvaggia. Stavo giusto per iniziare a vestirmi che qualcuno decise bene di suonarmi al campanello.
Mi precipitai ad aprire, convintissima di trovare Paulina davanti a me, magari voleva sapere cos’era successo. Ma l’imponente figura che si stagliava sulla soglia mi diceva che non poteva proprio essere la mia amica.
-E TU COSA CI FAI QUA?!?!- strillai, cercando di richiudere la porta per non farlo entrare. Troppo tardi; infilò un piede per evitare che l’uscio si richiudesse e senza il minimo sforzo si precipitò nell’ingresso.
Faceva strano rivederlo dopo un anno, sapevo perfettamente che sarebbe tornato a Dillingen, solo speravo non mi avrebbe mai più cercata. Come non detto.
-Wow. Che accoglienza! E’ passato un anno ma sei sempre la solita acidona, è vero quando dicono che la gente non cambia! Non ti sono mancato nemmeno un po’?-
-Ti devo rispondere onestamente? No, non mi sei mancato.-
Qualcosa mi diceva che i problemi da risolvere in quel periodo erano destinati a lievitare parecchio.
 
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lunny moon
view post Posted on 13/11/2009, 16:45




...mh...interessante!! prego, il continuo!!! xD
oh ma Jo così st****o me lo vedo poco xD
 
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13 replies since 20/9/2009, 21:14   393 views
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