finalmente ho trovato il tempo di scrivere e postare il capitolo 3! XD spero vi piaccia! XD
CAPITOLO 3
Erano già le otto e un quarto passate ed io ero ancora nel bel mezzo dei preparativi. Il punto era che non riuscivo proprio a trovare qualcosa che mi stesse bene e che mi facesse sembrare molto più bella di quello che in realtà ero. Alcuni vestiti mi erano troppo stretti, altri troppo larghi, alcuni mi facevano i fianconi e altri ancora le gambe corte. E chissà come mai stavo tanto a scervellarmi per trovare un abito che mi stesse perfettamente... beh, ma per far colpo su Jo, mi pare ovvio. Alla fine optai per il mio vestito preferito, uno nero corto con le spalline sottili e pieno di paiettes, lasciando ammonticchiato sul pavimento tutto il contenuto del mio armadio. Poco male, avrebbe messo a posto mia madre! Mi infilai le scarpe col tacco (cosa che capita alquanto raramente) e mi fiondai verso casa di Paulina, imbastendo una scusa valida per il mio imperdonabile ritardo, ma fortunatamente non ce ne fu bisogno: si presentò alla porta ancora munita di bigodini alla testa, nonostante sapevamo benissimo entrambe che cercare di arricciare i suoi sottilissimi e liscissimi capelli biondo scuro fosse un impresa disperata. L’aiutai a dare gli ultimi ritocchi all’acconciatura e poi filammo dritte verso casa di Mäx Schlichter, una villetta minuscola vicina alla nostra scuola.
-Secondo te c’è anche lui?- chiesi a Paulina mentre facevamo il nostro ingresso nell’abitazione già strapiena di ragazzi, alcuni parecchio ubriachi.
-Credo di sì, cioè sono molto amici. Suonano anche insieme!-
Ci addentrammo nella folla, cercando facce a noi conosciute. Niente di niente, solo ragazzi di altre classi che conoscevamo di vista e con cui non avevamo mai parlato in vita nostra. Tutto si prospettava una palla atomica, non avevo neanche intravisto Jo.
-Ehi! C’è Fabi!- Paulina mi trascinò da Fabian Halbig, unico volto a noi noto. Se ne stava seduto in un angolo a sorseggiare qualcosa da un bicchiere e sembrava sull’orlo di una crisi di depressione.
-Ciao Fabi come va?- gli domandò Paulina sedendosi su una sedia accanto a lui e abbracciandolo. Da quando in qua erano così amici?
-Ciao ragazze, tutto bene? Io così così...-mi lanciò un’occhiata afflitta e ricominciò a centellinare il contenuto del suo bicchiere.
-Cosa bevi?- chiesi curiosa.
-Vodka. Ne vuoi anche tu?-
-Sì, magari!- afferrai il suo bicchiere e buttai giù tutto d’un colpo. Parevo un’alcolizzata.
-Wow! Ne voglio ancora! Chi mi accompagna?- non mi ero neanche resa conto che Paulina non era più con noi, in quanto stava confabulando allegramente con Mäx, e io nemmeno sapevo che si conoscessero!
-Mi pare ovvio dato che ci sono solo io.- Fabian si alzò, dirigendosi verso il tavolo zeppo di bottiglie di alcolici. Prese due bicchieri e li riempì fino all’orlo di una strana bevanda azzurrina. Non sapevo nemmeno cosa fosse, ma buttai giù il contenuto in un unico sorso, bruciandomi la gola.
-Perché hai sta faccia da cane abbandonato sull’autostrada?- domandai incuriosita dalla sua espressione da condannato a morte.
-Niente di importante. Ah, se cerchi mio fratello... non c’è. Perché arriva dopo.-
-No problem! Vorrà dire che lo aspetterò! Ma per ora voglio solo divertirmi!- mi vuotai un altro bicchiere di vodka e lo ingollai come fosse acqua.
Trascorsi l’ora seguente tracannando superalcolici e cocktail vari sotto lo sguardo attonito di Fabian e ballando come una pazza scatenata nel bel mezzo del salotto, mentre tutti mi additavano divertiti. Mi bloccai giusto in tempo per accorgermi che la testa girava più del dovuto. Mi diressi verso Fabian, accasciandomi tra le sue braccia.
-Non penso di... sentirmi... bene.-
-Julia! Hai bevuto troppo! Dai, vieni in bagno... ti schizzo un po’ la fronte con l’acqua fredda, così ti passa.- barcollai come una stupida mentre lui mi teneva per un braccio e appena iniziò a bagnarmi con acqua gelida le tempie gli tirai un ceffone.
-Oddio, scusami! Non ho saputo resistere!- esclamai scoppiando a ridere senza ritegno, mentre lui si massaggiava lo zigomo dolorante. Ero ovviamente fuori di senno.
Decise di riportarmi in salotto, facendomi sedere sul divano, mentre il mondo intorno a me girava all’impazzata. Si mise di fianco a me, alzandosi poco dopo per salutare qualcuno.
-Ciao, Jo. Finalmente sei arrivato.- sentivo la voce di Fabian lontana anni luce ma capii subito con chi stava parlando. ERA LUI! Si risedettero entrambi di fianco a me sul divano, discutendo animatamente su qualcosa. E poi… mi sentii strana, come se qualcosa stesse premendo con forza alla bocca dello stomaco.
-Fabian, sto mal...-troppo tardi. Vomitai anima e corpo addosso a lui e a suo fratello.
Rimasero impassibili per il primo nanosecondo, poi si alzarono di scatto urlando disgustati.
-Ragazzina imbecille! Ora me la paghi tu la camicia nuova, eh? TI UCCIDEREI SE SOLO POTESSI!- Jo mi urlò contro con una cattiveria senza precedenti, afferrandomi il vestito e strappandomelo all’altezza del reggiseno, mettendo tutto in bella mostra. Una figura di merda dietro l’altra, ma questa le batteva tutte. Era la situazione più imbarazzante e degradante della mia vita. Tutto si bloccò improvvisamente: la musica, il vociare della gente. Appena sentii le risate di scherno nei miei confronti mi precipitai fuori dalla porta piangendo come una disperata, sbattendo e inciampando ovunque e accasciandomi in giardino. Poi il buio totale e un vuoto di una notte intera. Mi risvegliai a casa mia, in pigiama e sdraiata nel mio letto. La testa pulsava come un martello pneumatico ed ero tutta indolenzita. Mi sollevai con estrema fatica, guardandomi allo specchio e cacciando un urlo: avevo il trucco nero totalmente colato e i capelli crespi e sparati in ogni direzione, avrei potuto far concorrenza al cantante dei Tokio Hotel.
“Cos’hai combinato per ridurti così?” mi sedetti sul letto, cercando di ricordare qualcosa.
Uhm... bicchieri e bicchieri di vodka, il ceffone a Fabian, Jo e... ODDIO. IL VOMITO E IL VESTITO! Mi accasciai sulle coperte, notando un bigliettino vicino al cuscino. Di sicuro era Paulina che mi aveva riportata a casa e mi voleva far sapere che le dispiaceva per il casino che era successo.
Ciao Julia. Ti ho accompagnata a casa io ieri sera... eri ridotta in uno stato pietoso, eri tanto ubriaca che ti ho dovuta portare in braccio per tutto il tragitto! Il pigiama te l’ho messo io, ma non pensare male perché ti ho spogliata! Non ti ho fatto niente di niente e non ho dato sbirciatine! XD
Mi dispiace troppo per ieri sera, davvero. Mio fratello è il solito stronzo....
P.S. non ho tolto il trucco colato, quando ti vedi allo specchio non spaventarti, ma piangevi così tanto anche quando dormivi che più cercavo ti pulirti la faccia peggio era!
Non era firmato ma sapevo perfettamente di chi fosse il biglietto, poveraccio però. Prima gli tiro un ceffone allucinante, poi gli vomito addosso. E lui è tanto gentile da riportarmi a casa in braccio e da mettermi il pigiama. Dovevo andare a ringraziarlo. Era il minimo. Mi lavai con cura e mi pettinai bene, cercando di domare la mia criniera selvaggia. Stavo giusto per iniziare a vestirmi che qualcuno decise bene di suonarmi al campanello.
Mi precipitai ad aprire, convintissima di trovare Paulina davanti a me, magari voleva sapere cos’era successo. Ma l’imponente figura che si stagliava sulla soglia mi diceva che non poteva proprio essere la mia amica.
-E TU COSA CI FAI QUA?!?!- strillai, cercando di richiudere la porta per non farlo entrare. Troppo tardi; infilò un piede per evitare che l’uscio si richiudesse e senza il minimo sforzo si precipitò nell’ingresso.
Faceva strano rivederlo dopo un anno, sapevo perfettamente che sarebbe tornato a Dillingen, solo speravo non mi avrebbe mai più cercata. Come non detto.
-Wow. Che accoglienza! E’ passato un anno ma sei sempre la solita acidona, è vero quando dicono che la gente non cambia! Non ti sono mancato nemmeno un po’?-
-Ti devo rispondere onestamente? No, non mi sei mancato.-
Qualcosa mi diceva che i problemi da risolvere in quel periodo erano destinati a lievitare parecchio.